Costruire opere durevoli nel tempo
Fino a pochi anni fa il calcestruzzo era considerato un materiale tradizionale, spesso scarsamente prestazionale e diffusa era l’idea che un calcestruzzo valeva l’altro. Oggi fortunatamente,
grazie anche allo sviluppo di nuove materie prime ed innovazioni tecniche di produzione, per molti operatori e professionisti del settore l’idea del calcestruzzo è notevolmente mutata, elevando
il valore del conglomerato cementizio nelle costruzioni al pari di altri materiali considerati hi-tech.
A fronte di ampie tipologie di prodotti e soluzioni, gli Enti ed i Ministeri hanno ottimizzato la classificazione dei conglomerati cementizi provvedendo a fornire a tutti gli operatori indicazioni
per il corretto impiego dei materiali.
Il D.M. 17 gennaio 2018 "Norme Tecniche per le costruzioni" esprime il concetto di Vita Nominale, ovvero il numero di anni nei quali la struttura, purché sottoposta a manutenzione ordinaria, deve
essere utilizzabile per lo scopo al quale è destinata. Per realizzare una struttura con una determinata vita utile occorre altresì che i suoi componenti debbano possedere pari requisiti di durabilità.
Le norme legislative esigono dal progettista e dall’impresa costruttrice la prescrizione e l’utilizzo di calcestruzzi che siano durevoli nel tempo. La norma europea sul calcestruzzo UNI EN 206-1 regola
le specifiche, le prestazioni, la produzione e le conformità del calcestruzzo preconfezionato, suddividendo i diversi ambienti in classi di esposizione.
Dalla UNI EN 206-1 è scaturita, per l’Italia, la norma UNI 11104:16 che fornisce ulteriori istruzioni e prescrizioni per le caratteristiche minime da rispettare in relazione alle condizioni ambientali
(classi di esposizioni) del nostro Paese. Ad ogni ambiente, e relativa classe d’esposizione, è stata attribuita una sigla (contraddistinta con una lettera preceduta dalla “X”); ogni classe di esposizione
comprende ulteriori sottoclassi (contraddistinte con un numero progressivo), una resistenza caratteristica minima (Rck), un rapporto acqua/cemento massimo e altre importanti caratteristiche. L’impiego di
calcestruzzo con un basso rapporto acqua/cemento è sinonimo di durabilità e qualità dell’opera. Per ogni ambiente le norme stabiliscono una classe di resistenza minima determinata sulla prova a
compressione su cubi (Rckcube) al di sotto della quale le caratteristiche del calcestruzzo non sono sufficienti a proteggere nel tempo i ferri di armatura e la struttura, ovvero di garantire la durabilità.
Pertanto il professionista, in fase progettuale, deve individuare ed indicare correttamente la classe di esposizione. Nelle norme UNI EN 206-1 e UNI 11104:16 vi sono tutte le indicazioni necessarie: in
ogni caso, per qualsiasi informazione o consulenza è a disposizione il nostro Laboratorio.
l calcestruzzo dovrà essere ordinato, quindi, riportando le condizioni previste dalle normative vigenti: